Il rischio sismico rappresenta un fenomeno naturale non del tutto prevedibile, in quanto ad oggi ancora non esistono sistemi previsionali capaci di farci conoscere con sufficiente anticipo quando, dove e con quale intensità si verificherà un terremoto. Il termine RISCHIO SISMICO rappresenta pertanto una stima delle perdite complessive causate dai terremoti che potranno interessare in un determinato periodo una determinata area. Per questo motivo, per determinare il rischio sismico di una determinata zona bisogna conoscere:
Pertanto mentre nelle aree disabitate anche se caratterizzate da una elevata pericolosità sismica, il rischio sismico è pressoché nullo, le aree popolate e con edifici con una bassa resistenza sono caratterizzate da un rischio sismico elevato anche in presenza di una bassa pericolosità sismica.
È importante chiarire che il rischio sismico rappresenta una stima del danno, in un intervallo di tempo stabilito, causato dai terremoti. Tale stima può essere espressa in termini di vittime, costo economico, danno alle costruzioni. Pertanto bisogna distinguere il PERICOLO dal RISCHIO, infatti il primo rappresenta la causa ovvero il terremoto che può colpire una determinata area, mentre il secondo rappresenta l’effetto ovvero (le sue possibili conseguenze) il danno che ci si può attendere dallo stesso terremoto.
Partendo dal presupposto che i terremoti non si possono evitare, l’unico modo per ridurre il rischio sismico è rappresentato dalla prevenzione, la quale è stata messa in atto attraverso la classificazione del territorio nazionale (basata sulla frequenza ed intensità dei terremoti del passato), suddividendolo in quattro categorie sismiche, alle quali a sua volta corrispondono livelli crescenti di protezione ovvero l’applicazione di livelli crescenti di azioni da considerare, ad esempio, per la progettazione delle costruzioni.
Le quattro categorie sismiche sono:
La Regione Umbria, recependo l’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del 20/03/2003, ha provveduto, con D.G.R. n. 852 del 18/6/2003, alla riclassificazione sismica dei Comuni. Sulla base di studi di pericolosità sismica, frequenza ed intensità dei terremoti del passato, i comuni della Provincia di Terni sono stati tutti classificati, suddivisi in tre zone sismiche (1, 2 e 3), alle quali corrispondono norme tecniche, con livelli crescenti di protezione, richieste per le nuove costruzioni; ai comuni appartenenti alla Zona sismica 1 è richiesto il livello massimo di protezione.
Per quanto riguarda il nostro territorio comunale, la Zona di appartenenza è la "2" ovvero una zona dove è possibile il verificarsi di terremoti di intensità abbastanza forte.
In caso di terremoto, il rispetto di alcune semplici norme rappresenta un fattore determinante per la diminuzione dei danni alle persone pertanto è importante sapere cosa fare:
PRIMA DEL TERREMOTO: |
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Informarsi sulla classificazione sismica del comune in cui risiedi: sapere quali norme adottare per le costruzioni, a chi fare riferimento e quali misure sono previste in caso di emergenza | |
Informarsi su dove si trovano e su come si chiudono i rubinetti del gas, acqua e gli interruttori della luce: tali impianti potrebbero subire danni durante il terremoto
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Evitare di tenere gli oggetti pesanti su mensole e scaffali particolarmente alti: fissare al muro gli arredi più pesanti perché potrebbero cadere addosso | |
Tenere in casa una cassetta di pronto soccorso: una torcia elettrica, una radio a pile, un estintore ed assicurarsi che ogni componente della famiglia sappia dove sono riposti | |
A scuola o sul luogo di lavoro informarsi se è stato predisposto un piano di emergenza: perché seguendo le istruzioni si può collaborare alla gestione dell’emergenza |
DURANTE IL TERREMOTO: | |
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Se ci si trova in un luogo chiuso cercare riparo nel vano di una porta: inserita in un muro portante (quelli più spessi) o sotto una trave perché può proteggere da eventuali crolli | |
Ripararsi sotto un tavolo: è pericoloso stare vicino a mobili, oggetti pesanti e vetri che potrebbero cadere addosso
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Non precipitarsi verso le scale e non usare l’ascensore: talvolta le scale sono la parte più debole dell’edificio e l’ascensore può bloccarsi e impedire di uscire | |
Se ci si trova in auto, non sostare in prossimità di ponti, di terreni franosi o di spiagge: potrebbero lesionarsi, crollare o essere investiti da onde di tsunami | |
Se ci si trova all’aperto, allontanarsi da costruzioni e linee elettriche: potrebbero crollare |
DOPO IL TERREMOTO: | |
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Assicurarsi dello stato di salute delle persone attorno: così si può aiutare chi si trova in difficoltà ed agevolare l’opera di soccorso | |
Non cercare di muovere persone ferite gravemente: si potrebbero aggravare le loro condizioni
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Uscire con prudenza indossando le scarpe: in strada ci si potrebbe ferire con vetri rotti e calcinacci | |
Raggiungere uno spazio aperto, lontano da edifici e da strutture pericolanti: potrebbero cadere addosso | |
Stare lontano da impianti industriali e linee elettriche: si potrebbero verificare incidenti | |
Stare lontano da bordi di laghi e dalle spiagge marine: si potrebbero verificare onde di tsunami | |
Evitare di andare in giro a curiosare: raggiungere le aree di attesa individuate dal piano emergenza comunale perché bisogna evitare di avvicinarsi ai pericoli; | |
Evitare di usare il telefono e l’automobile: è necessario lasciare le linee telefoniche e le strade libere per non intralciare i soccorsi |
Carta dello scenario di rischio sismico comunale (fonte Piano di Emergenza Provinciale)